Dove ci conduce la copertina di questo libro? Su Marte, questo è chiaro, ma chi è quel piccolo astronauta? Per chi è quel pacchetto che tiene tra le mani? E chi è quel personaggio che lo osserva furtivamente da dietro le spalle?
Eccomi su Marte. E’ stato un lungo viaggio dalla Terra. Sono qui per trovare la vita. Tre brevi indicazioni che dicono tutto quello che c’è da sapere, catapultando immediatamente il lettore dentro la storia: ce la farà?
Tutti dicono che sono matto. Nessuno crede che ci sia vita su Marte. Ma io sì. E sono sicuro che la troverò. E mentre il piccolo protagonista esce di scena, noi svoltiamo la pagina e troviamo subito un indizio per dissipare i nostri dubbi: eccola lì la vita su Marte, trovata!
Così però sarebbe tutto troppo facile, invece l’autore sceglie di instaurare tra le parole e le immagini quel tipo di dialogo tanto caro agli albi illustrati, che rende il lettore complice di qualcosa che il protagonista stesso non sa: un indizio clandestino.
E infatti l’astronauta non si accorge di quel personaggio che gli ronza intorno e anzi, camminando tra le lande desolate di Marte, passo dopo passo la sua fiducia inizia a vacillare: Uff. Mi sbagliavo. Su Marte ci sono solo chilometri e chilometri di rocce e sabbia. Non c’è dubbio: niente potrebbe vivere qui!
Ma no! Ci verrebbe da gridargli. Voltati, sei a un passo dal realizzare il tuo sogno, non mollare!
E invece le cose peggiorano ulteriormente, perché l’astronave è sparita, e lui si è perso nel nulla cosmico.
Oppure no?
Insomma, non proprio quello che avrebbe potuto scoprire se solo si fosse voltato in tempo, ma è pur sempre vita! Missione compiuta.
Ora non resta che tornare a casa e gustarsi nel tragitto la tortina al cioccolato che non ha potuto consegnare…
…sempre che sia ancora dentro alla scatola.
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