Abbiamo già imparato ad amare il duetto Davide Calì – Marco Somà con quattro albi illustrati enigmatici e potenti (ovvero quelli che ci piacciono davvero).
Ora i due tornano con un nuovo albo, portato in Italia sempre da edizioni Kite: Abbiamo un problema (un grosso problema).
Nel risguardo iniziale qualcosa di enorme cade dal cielo puntando dritto dritto su un paesaggio meraviglioso in perfetto stile Somà. Nel frontespizio l’oggetto (un meteorite?) è a un passo dall’impatto con il prato sottostante. Ed è subito rapimento.
Cosa starà succedendo?
L’incipit della storia svela quello che temevamo: “Quel giorno qualcosa di enorme e pesantissimo precipitò dal cielo”. Qualcosa cosa? Nella tavola il soggetto non viene rappresentato e, se non avessimo messo attenzione alle due pagine di servizio, non potremmo capire di che si tratta.
Il villaggio si riunisce per trovare una soluzione. Come fare a spostare un così grosso problema? Ognuno propone la sua idea sulla base delle proprie competenze: il Grande Maresciallo ritiene che bisognerebbe farlo esplodere, l’inventore realizza un piano ingegneristico per farlo rotolare via, il filosofo si interroga se non sarebbe il caso di comprendere le ragioni della sua esistenza, mentre il pessimista ci legge dentro un chiaro segnale apocalittico.
Comunque sia, tra un brainstorming e l’altro, il grosso problema continua a rimanere lì dov’è. E noi continuiamo a non vederlo rappresentato nelle tavole (se non nelle locandine propagandistiche esposte in vari punti del villaggio).
Finché… “Fu una bambina a notare che nel grosso problema c’era un buchino. E ci mise il dito dentro”.
Potenza della curiosità e del vivere al piano di sopra rispetto alle paure infondate dei grandi. Potenza dei bambini e delle bambine, insomma.
Da quel momento in poi i cittadini iniziano ad avvicinarsi al grosso problema e ad “assaggiarlo”. Ciascuno percepisce un gusto diverso: ” -Sa di cetriolo – disse qualcuno. – Mmm, io direi che sa leggermente di mango – disse qualcun altro”. Ma, come che sia, nessuno si ricorda più del grosso problema. Infatti, a forza di assaggiarlo, non è più grosso, e forse non è mai stato nemmeno un problema.
E’ dunque una bambina a dare il via alla soluzione più semplice di tutte, che il filosofo convalida come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Ma non era poi così ovvio prima, vero? Le soluzioni sono sempre banali, col senno di poi. Il punto è avere il coraggio e l’elasticità mentale necessari per arrivarci.