Si dice che il bambino sia un lettore fin dalla nascita, ma quali sono i libri più adatti ai piccolissimi?
In questo campo fa scuola l’autrice e illustratrice inglese Helen Oxenbury, che negli anni ’80 realizza una serie di libri cartonati perfetti nei primi tre anni di vita del bambino. I primi quattro titoli sono stati portati in Italia da Camelozampa un anno fa:
Si tratta di libri piccoli e maneggevoli, resistenti, con gli angoli smussati e con la preziosissima caratteristica di rimanere facilmente aperti anche senza l’ausilio delle mani. Libri gentili, insomma. Per assecondare le competenze visive di questa fascia d’età le immagini si stagliano in modo chiaro e netto su uno sfondo completamente bianco.
Finalmente da qualche giorno sono disponibili sugli scaffali di tutte le librerie gli altri quattro titoli della serie, che insieme ai precedenti vanno a disegnare un quadro più che completo di ciò che fanno, vivono e amano (ciò che sono) i bambini nella primissima infanzia.
Eccolo lì il nostro piccolo amico (o piccola amica?) alle prese con la propria quotidianità. Cosa significa leggere, specialmente nei primissimi anni di vita? Significa ricevere attraverso i sensi quello che la realtà propone, integrarlo nel proprio sistema di pensieri ed emozioni, e reagire di conseguenza.
E infatti è proprio questo quello che l’autrice dipinge in queste pagine, aggiungendo, rispetto ai quattro titoli precedenti, anche una nomenclatura scritta (che guida l’adulto nel pronunciare i soggetti disegnati sempre con le stesse parole per facilitare l’acquisizione dei relativi vocaboli nel bambino).
Più che sugli aspetti tecnici, però, qui vorrei soffermarmi qualche istante su quello che queste immagini sono capaci di evocare nel lettore (di qualsiasi età):
TOCCO: la coperta consunta, il pollice in bocca, il pigiamino e l’espressione del volto danno la sensazione di totale benessere e conforto che il piccolo sta provando in questa condizione. La coperta messa a stendere consegna anche silenziosamente la presenza di una mamma attenta e rispettosa, che anziché gettare nella pattumiera uno straccio, lo lava e se ne prende cura per amore del suo bambino.
E poi TOCCO anche: una palla (rotolandoci sopra), la barba di papà, un verme, un gatto e l’acqua scrosciante della doccia.
VEDO: “Guarda l’aereo!”. E’ una di quelle esclamazioni che si rivolgono più di frequente ai bambini piccoli, perché resta sempre una cosa terribilmente affascinante (e dal mio punto di vista terribilmente impressionante) come possano volare delle macchine così imponenti. Eccolo lì il nostro amico, con le mani che proteggono gli occhi dal sole, a segnare con il ditino l’aereo lontano nel cielo. Chissà da dove viene, chissà dove andrà.
E VEDO poi una farfalla, una rana, un amico, un fiore, la luna (buonanotte!)
POSSO: posso cadere? Sì, certo. Sia perché è possibile accada, sia perché sei autorizzato a farlo. E puoi anche (perché SAI e PUOI farlo) gattonare, saltare, scivolare, correre… fare!
SENTO: l’orologio con le lancette (si usa ancora, sì?) del nonno fa TIC-TAC TIC-TAC. Di nuovo un gesto di amore e cura, ancora l’assecondare un’esperienza sensoriale che è uditiva e tattile insieme, che fa stare bene e dice più di quello che semplicemente disegna.
E SENTO ancora un uccello, la pioggia (come fa?), un cane, il telefono (quello con la rotella, come il vecchio Siemens S62, nel quale il piccolo parla tenendo la cornetta al contrario) e la bimba (una sorellina che piange e che lui è capace di far sorridere).
La primissima infanzia, insomma, ritratta nel suo mondo e nel suo modo, in oggetti perfetti per interagire con le prime pagine nella gioia della lettura condivisa, ma anche nell’autonomia della lettura in solitaria. Perché anche a due anni si è lettori, veri, verissimi lettori.