L'esperto racconta: parola alla logopedista

Fabrizia Martignon laureata in logopedia e pedagogia svolge la professione di logopedista come libera professionista nella città di Udine. Negli ultimi vent'anni ha esercitato la professione di logopedista presso la struttura di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza dell'Azienda Sanitaria di Udine. Nel corso della sua lunga carriera si è occupata della Valutazione e Riabilitazione di pazienti in età evolutiva con disturbi primari e secondari di linguaggio, lettura, scrittura, attenzione, balbuzie e deglutizione.

Fabrizia, cosa vuoi dirci del tuo mestiere di logopedista? Cosa ti ha portata a sceglierlo?

Mi ritengo infinitamente fortunata ad aver scelto questa professione, un po’ al buio, perché non era ancora molto conosciuta quando mi sono iscritta all’università. Non me ne sono mai pentita. Periodicamente ne ho scoperto nuovi risvolti, è una professione in continua evoluzione che abbraccia molte branche del sapere scientifico e umanistico. Questo è per me l’aspetto più affascinante, in questa professione la necessità di procedere scientificamente è imprescindibile dall’aspetto umanistico che deve illuminare la progettualità terapeutica e accompagnare l’approccio riabilitativo

So che utilizzi abitualmente i libri come strumento nel tuo mestiere di logopedista: che potere hanno?

Nel bambino piccolo, sotto i due anni di età, i libri hanno il potere di farci stare vicini, di guardare la stessa cosa, quindi di parlare dello stesso argomento, che in termini tecnici predispone a prestare attenzione ad un elemento per volta, insegna e permette la condivisione, introduce i tempi dello scambio comunicativo (ascolto e produzione verbale), permette di affinare la pronuncia dei suoni, di apprendere parole nuove, di organizzare l’assemblaggio delle parole in frasi.

Questo vale anche nei bambini di età superiore, per i quali inoltre il contenuto delle storie può riverberare sui propri vissuti, fornendo le parole per raccontarli. I libri si prestano egregiamente ad implementare il vocabolario e l’espansione della frase a tutte le età, oltre a fornire contenuti ed elevare la comprensione veicolata dalle parole e la conoscenza, poiché i libri possono raccontare di luoghi e vicende lontane da noi e dalla nostra quotidianità.

Molti genitori e insegnanti mi hanno chiesto libri che aiutino i bambini in difficoltà con lo sviluppo del linguaggio. In base alla tua esperienza esistono tipologie più adatte a seconda dell’età?

Sì, esistono tipologie più adatte sia in funzione dell’età sia in funzione dello stadio dello sviluppo del linguaggio. Per essere sintetica li distinguerò in tre macro-categorie: libri sensoriali, libri descrittivi e libri che raccontano storie:

I libri sensoriali, siano essi di stoffa, plastica, cartone con buchi, pulsanti, nastri che possono essere manipolati dai bambini, sono indicati per le situazioni in cui è necessario creare e condividere un focus di attenzione compreso in un ambito ristretto, come può essere la grandezza di una pagina di testo. Se contengono poche immagini e queste si prestano ad emetter suoni onomatopeici quali i versi di animali e i suoni ambientali, avranno anche la funzione di esercitare il bambino a pronunciare quelle strutture sonore che poi gli saranno utili per comporre le sequenze di suoni che costituiscono le parole.

I libri descrittivi, fatti di immagini e parole che descrivono le routines della vita quotidiana come mangiare, dormire, fare il bagnetto, andare a passeggio, fare la spesa, accudire un animale, favoriscono lo sviluppo del vocabolario permettendo di dare nomi certi a oggetti, persone, animali, luoghi e azioni. Inoltre rappresentando in sequenza le situazioni consentono di elaborare il succedersi dei fatti permettendo quel lavoro cognitivo che oltre al linguaggio sviluppa anche il pensiero.

I libri che raccontano storie favoriscono oltremodo lo sviluppo del vocabolario, forniscono modelli sintattici più elaborati, permettono la conoscenza di personaggi e luoghi sconosciuti, la comprensione di azioni, comportamenti, emozioni e intenzioni altrui. Sono fonte di nuove conoscenze che investono sia gli aspetti linguistici, che cognitivi ed emotivi.​

Come si usano i libri in questo contesto? Quali sono le strategie migliori, e quali gli errori da evitare?

Sono due le tecniche caldeggiate dagli studiosi del linguaggio infantile che ne promuovono maggiormente l’evoluzione: la “riformulazione” e “l’espansione”.

La “riformulazione” consiste nel ripetere ciò che il bambino ha detto lasciandone inalterato il significato, dando enfasi alla sua espressione, inserendo la parola o la sillaba mancante senza intento critico o correttivo (B: bambino da cancio // A: il bambino da un calcio).

“L’espansione” consiste nell’aggiungere uno o due elementi portatori di significato all’espressione del bambino, comportamento da agire solo quando il bambino ha concluso la sua comunicazione. Ha lo scopo di rendere più ricca la frase formulata. (B: il bambino corre // A: il bambino corre con la sua bici)

Hai dei titoli a cui tu sei particolarmente affezionata?

Sì tutti, tutti quelli che mi hanno permesso di rendere autonomo un bambino nell’acquisizione ed interiorizzazione del linguaggio o di una competenza specifica. E’ un po’ presuntuoso ma corrisponde al vero che di ogni libro faccio un po’ l’uso che secondo me più si presta a promuovere l’area critica del bambino che mi è stato affidato.

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C’è qualcosa che vuoi dire alle mamme e agli educatori sul bambino e la parola?

Sì, voglio ricordare anche se è risaputo, che l’essere umano apprende il linguaggio naturalmente perché è neurobiologicamente predisposto ad acquisirlo e vive in una comunità che lo utilizza in modo funzionale alle esigenze di interscambio, fornendogli contenuti e mezzi. Tant’è che il figlio di chiunque può apprendere spontaneamente qualunque lingua purché sia immerso in quell’idioma dalla nascita. Non si deve però dimenticare che ogni individuo costruisce un suo personale stile comunicativo-linguistico ed ogni sua espressione è generata da un atto creativo che consiste nel formulare frasi nuove scambiando l’ordine delle parole conosciute. Perciò per favorire l’evoluzione del linguaggio è importante prima di tutto ascoltare, offrire la nostra competenza linguistica sia restando aderenti all’argomento, sia proponendo argomenti nuovi, facendo conoscere stili linguistici diversi dal nostro, attraverso i libri e la frequentazione di altri individui nel rispetto del singolo. Concretamente con i bambini più piccoli sarà necessario, adattarsi sempre all’interesse del bambino, parlare correttamente, con chiarezza, non troppo e non troppo velocemente per favorire il formarsi di quelle immagini mentali che promuovono l’interiorizzarne dei significati e la comprensione del linguaggio verbale oltre a fornirne l’esatta articolazione.