Un amore in giardino
Chi mi conosce sa che vivrei di libri e di fiori. Parole e natura, un intreccio talmente perfetto ai miei occhi da non riuscire a trovare altro di così magicamente poetico!
Così oggi, mentre l’autunno tarda ad arrivare e i fiori ancora resistono nei nostri giardini, con qualche parola, molto cuore e sempre in punta di piedi, vorrei portare sugli scaffali delle vostre librerie una storia che forse non tutti hanno ancora avuto la fortuna di trovare, ma che sono sicura scalderà i vostri cuori.
Polline di Davide Calì e Monica Barengo è albo illustrato e poesia insieme, una carezza per l’anima, un rifugio a cui tornare anche e soprattutto da grandi, quando la realtà si fa pesante e le certezze svaniscono.
Come suggerisce il titolo, qui si parla di amore, quello con la A maiuscola. Ma anche di pazienza, cura, coraggio, dedizione, sofferenza, egoismo, assenza e libertà… insomma, di tutto un po’!
Una giovane ragazza che non ha mai coltivato una pianta in vita sua, una mattina si accorge che nel suo giardino è spuntato per caso un bellissimo fiore bianco; ne resta ammaliata e quando i giorni successivi vede spuntare ogni mattina un nuovo fiore, decide di prendersene cura con costanza e dedizione. Il fiore sembra ricambiare questo amore, tanto che ogni giorno regala alla fanciulla una nuova gemma. Fino a quando una mattina… nulla.
Le pagine e le illustrazioni delicate e quasi antiche di questo albo-meraviglia ci prendono per mano per accompagnarci in una preziosa e profonda riflessione sulla natura del sentimento amoroso, sulla sua fuggevolezza e impermanenza, sul suo senso e sulle sue infinite forme espressive che anche da adulti facciamo spesso fatica a riconoscere.
E allora mi e vi chiedo:
Si può amare un fiore?
Ci si può perdere tra le note profumate del suo polline sperando che la primavera non abbia mai fine?
Riponiamo continuamente il nostro cuore nelle mani di qualcuno sperando che se ne prenda cura proprio come si farebbe con un fiore, senza però sapere se quelle mani sono davvero pronte ad accoglierlo.
Perché l’amore ha bisogno di essere nutrito, annaffiato e contemplato, di un terreno fertile in cui germogliare. E di attenzioni, ma a piccole dosi.
Non importa se poi quel fiore decide di affondare le radici in un altro giardino… il suo profumo rimarrà comunque nella memoria di chi lo ha amato e troverà sempre il modo di rifiorire.
Perché dare Amore porterà, sempre e comunque, Amore.
“Dunque ho amato e curato questo fiore inutilmente?”
“Dovresti amare solo per amore, né per dare qualcosa, né per esserne ricambiata. Dovresti godere di ciò che hai, non di ciò che ottieni”.
Con la speranza che questa storia trovi il suo posticino nel vostro giardino… buona lettura.
Michela