Momo: un regalo per grandi e piccini.

Jonathan Garnier e Rony Hotin, Momo, Tunué

 

Sì ok, è vero.

Mi è bastato guardare la copertina di questo fumetto per cominciare a squittire come un topo davanti a un muro di formaggio.

Ma guardatela, Momo. Con quegli occhi rotondi, sgranati e un po’ tristi. Quegli stivaletti azzurri, la sacca gialla a tracolla, la maglietta a righe. Io me la mangio una bambina così!

Momo ha 5 anni, vive con l’anziana e amorevole nonnina in un paesino della Normandia che si affaccia sul mare, il papà è pescatore e passa molto in tempo in mare, lasciando la madre e la figlia a sbrigliarsela da sole nella vita di tutti i giorni.

Momo è piccola, si, ma è molto intraprendente e un po’ selvaggia. Ama i gatti, sa difendersi da sola, adora mangiare salsicce e purè. Non ama però il pesce, anzi, in verità, non ama il pescivendolo: un grosso uomo barbuto che sembra molto scorbutico, ma che le regala il pesce in cambio di disegni in cui la bambina scrive cifre lunghissimissime (800miliardi di dollari, addirittura!) perché la nonna non le dà abbastanza denaro per comprarlo.

Momo e la nonna vivono in simbiosi, ma la nonna è molto avanti negli anni e forse non è in grado di prendersi cura di una piccola bambina a cui manca tanto il papà.

Alla morte della nonna la piccola Momo troverà una splendida rete di protezione formata da tutti gli abitanti del paese, primo fra tutti il pescivendolo (che si rivelerà un appassionato gattaro tra le mura di casa) e gli adolescenti del paese, che si atteggiano a grandi e sbruffoni, ma che dimostreranno di avere un cuore grande, grandissimo.

Un fumetto dolcissimo, commovente e pieno di brio, che riempie gli occhi con i suoi colori e le immagini che richiamano gli anime giapponesi.

La storia di Momo è un regalo, per grandi e bambini, una storia capace di ispirare e emozionare anche i pescivendoli più antipatici.

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