Raccontare le meraviglie del silenzio ai bambini

Qualche anno fa ero immersa nella lettura del libro Il silenzio” dell’esploratore Erling Kagge quando, di punto in bianco, ho messo giù tutto e ho telefonato al primo tatuatore dell’elenco. L’indomani stesso mi sono presentata da lui e sono uscita con due scritte: “sound” sul braccio sinistro e “silence”, sul destro. Una decisione impulsiva alla quale sono tremendamente affezionata, perché sento che queste due semplici scritte mi rappresentano nel profondo: io sono nel baricentro perfetto tra il suono (la musica, la gente, il rumore, la vitalità) e il silenzio (il nulla, la solitudine, la pace, l’introspezione).

E’ palese che, come mamma, il baricentro non è più tanto in equilibrio: il silenzio è sembrato a lungo un ricordo lontano, una conquista epocale, una chimera. Ecco perché ho deciso di parlarne con i miei bambini, portando loro il concetto (benché remoto) che il silenzio c’è, esiste, è intorno a noi! Ed è prezioso. Nel silenzio è possibile costruire pensieri, sogni, musiche, idee che prima non esistevano. Nel silenzio è possibile incontrare fondamentali parti di sè.

Forse allora parlare di silenzio ai bambini è possibile. E non già per zittirli meramente, quanto per arricchire la loro stessa persona di nuove percezioni e profondità.

Ho deciso di proporre alcuni albi illustrati sull’argomento, dando però una posizione d’onore all’opera Ascolta, il silenzio” scritto da Maria Loretta Giraldo e illustrato da Nicoletta Bertelle, per Il gioco di leggere.

Maria Loretta Giraldo, Nicoletta Bertelle, Ascolta, il silenzio, Il gioco di leggere

Cosa succede quando arriva il silenzio?

… il rumore tace. Tacciono gli strilli, le grida sguaiate, le parole dette per dire, e tace il chiacchierìo. Restano solo le voci del mondo…”. Da qui si parte per un viaggio uditivo nelle sonorità del silenzio che, lungi dall’essere muto, racconta tutta la vita d’intorno. Ora sì che possiamo riconoscere il cinguettare degli uccelli, il ronzìo delle api, l’eco di ruscelli lontani. E ancora, il ticchettìo della pioggia sui vetri, i brividi verdi dello stormire delle foglie. Quanta poesia canta nei suoni della vita, e tra le pagine di questo libro!

Li senti?

Più di una volta il lettore viene incalzato a porre la giusta attenzione, ad acuire i sensi per percepire ciò che solitamente passa inascoltato.

 

Ma i rumori e i suoni del silenzio non provengono solo dal mondo esterno: “Quando arriva il silenzio ti parlano i pensieri. Li senti i pensieri? Sono là, dentro di te. Li tieni racchiusi nella mente, custoditi nel cuore”. E che cosa raccontano? Parlano di sogni, speranze. Sono la voce dei ricordi, e dell’amore.

Il silenzio tende a spaventare, ma una volta riconosciuti i suoi tesori nascosti la prospettiva cambia completamente. “Quando arriva il silenzio non avere paura. Chiudi gli occhi e ascolta. Ci sono mille voci, quando tace il frastuono. Sono le voci più profonde, le più belle, se tu le ascolti”.

Se tu le ascolti. Come spesso accade gli albi illustrati non sono mai solo per bambini, ma toccano le corde dell’anima a qualunque età. Ecco che questo libro ricorda anche all’adulto quanto può essere utile fermarsi ad ascoltare i propri pensieri, di tanto in tanto. Anche e soprattutto se sono quelli che spaventano un po’: la loro è una voce amica, e dandole ascolto possiamo venire in contatto con la parte più intima, profonda e vera di noi stessi.

Questo libro rappresenta un viaggio dentro a un mondo perlopiù inesplorato: quello che dalle orecchie porta dritto dritto al cuore.

Ho posto alcune domande all’autrice Maria Loretta Giraldo e all’illustratrice Nicoletta Bertelle per approfondire il loro punto di vista sull’albo in questione. Ecco a voi le loro risposte:

Maria Loretta e Nicoletta, insieme avete ideato un albo illustrato che parla di silenzio. Qualcuno potrebbe dire che è un argomento difficile da portare ai bambini. Cosa significa per voi questa scelta?

Maria Loretta:

Sono tanti, di vario genere e per diverse fasce d’età, i libri che Nicoletta e io abbiamo pubblicato in Italia e all’estero: libri di filastrocche e di giochi di parole per i più piccoli; storie e racconti per i bambini che crescono. E poi ci sono libri che non hanno età. “Ascolta, il silenzio” è uno di questi.

Il tema e la scrittura, a qualcuno potrebbero sembrare impegnativi se rivolti a un bambino. Ma in realtà non lo sono. I bambini hanno una meravigliosa capacità di cogliere la poesia delle parole e delle immagini.

Questo libro è stato una specie di sfida che io ho lanciato a Nicoletta: disegnare il Silenzio. Non era facile. E lei con la sua grande sensibilità ha saputo dargli un volto, sempre riconoscibile e allo stesso tempo sempre mutevole. Proprio come è il Silenzio. Chi sfoglierà questo albo, non potrà che ammirare e stupirsene.

Nicoletta:

Ascolta il silenzio e’ un testo bellissimo, una poesia. E’ stato davvero una sfida illustrare e dare una forma al silenzio… Con Maria Loretta ci carichiamo di entusiasmo quando intuiamo un’idea!

D’altronde avete pubblicato anche un altro albo illustrato che si intitola “Anima”, dunque le scelte coraggiose non vi mancano. Pensi che ci sia qualcosa che i bambini non possono capire? O c’è qualcosa che noi grandi non capiamo di loro?

Maria Loretta: In effetti siamo piuttosto coraggiose, come coraggioso è stato l’editore de “Il gioco di leggere” che ha pubblicato sia “Anima” che “Ascolta, il silenzio”. Sono due albi di cui tutti e tre andiamo fieri.

Nicoletta: Si Anima è un libro molto coraggioso e dobbiamo essere grate a Gabriele Cacciatori, l’editore, che essendo filosofo si e’ appassionato quanto noi a questo tema.

Nel vostro albo illustrato il lettore è invitato a porre attenzione ai suoni e ai rumori percepibili nel mondo esterno, ma poi l’attenzione si sposta dentro la testa, nelle voci del pensiero. Quali sono le voci che vorresti i bambini potessero ascoltare dentro di loro?

Maria Loretta: La realtà che viviamo è fatta di rumori e frenesia. C’è poco spazio per i pensieri, e i pensieri nascono proprio dal silenzio. Sono fatti di sogni e di speranze da far sbocciare come fiori. E di ricordi. Nicoletta li ha disegnati come uccelli posati su capelli divenuti rami. Una immagine sapiente e deliziosa.

Nicoletta: Ci piacerebbe che il bambino, attraverso la voce del silenzio, ascoltasse quella della sua immaginazione, rafforzando sempre di più il “muscolo della fantasia”, un elemento prezioso per crescere e per vivere sempre.

C’è qualche ricordo particolare di quando eri bambina legato al silenzio che ti piacerebbe raccontarci?

Maria Loretta: Sono nata e cresciuta nella campagna veneta, tanto piatta che da lontano si indovina il mare. Nei pomeriggi assolati di agosto, all’ombra di un grande albero, era facile raccogliere le voci del silenzio e trasformarle in sogni e fantasie. Ed è così, ora come allora, che nascono le mie storie.

Nicoletta: Il silenzio è il tempo e il luogo dell’immaginazione e del sogno, dove i pensieri si creano e fluttuano come nuvole.


Nel ringraziare di cuore Maria Loretta e Nicoletta per la loro delicatezza e profondità, propongo altri quattro albi illustrati attraverso i quali poter parlare di silenzio con i bambini:

Devo dire che il signor Martin, protagonista di questo libro, mi ricorda quella parte di me che a volte metterebbe un cerotto sulla bocca al mondo per poter ottenere un po’ di beneamato silenzio. Ma come mi ha giustamente ricordato una volta una persona molto saggia, se pretendi di ottenere quello che desideri per te stessa chiedendolo agli altri, rischierai di arrabbiarti molto spesso. Vero.

E infatti il signor Martin pretende che l’intera cittadina dove vive stia alle sue regole, si affaccia alla finestra al minimo rumore gridando: “Silenzio!”. E le persone ci provano anche ad assecondarlo, ma è difficile, davvero troppo difficile, zittirsi per compiacere qualcun altro. Così il signor Martin, rassegnato, cerca una soluzione drastica e acquista una gigante bolla di sapone nella quale chiudersi per non venir raggiunto da suono alcuno.

Il primo giorno, tutto ok. Il secondo, pure. Il terzo, il quarto, tutto sommato anche. Ma poi il signor Martin capisce che oltre a non sentire più nulla dentro la sua bolla, non può nemmeno farsi sentire al di fuori, e inizia ad aver paura di venir dimenticato dal mondo, e a sentirsi molto solo. Un bambino da fuori se ne accorge, (“Presto! Presto! I vicini arrivarono di corsa. Il signor Martin sta soffrendo in silenzio! Dobbiamo aiutare il signor Martin! Dobbiamo rompere il silenzio!”), ma non c’è verso, la bolla non si rompe, il signor Martin è prigioniero del silenzio.

Allora i bambini si guardano l’un l’altro, schiudono le labbra ed emettono un suono piccolo, debole dapprincipio, e poi sempre più intenso, così potente che la bolla si crepa e bammmm… esplode in ventimila pezzi! Il signor Martin è così felice che esulta facendo tanta di quella cagnara da lasciare ammutoliti i vicini! E’ così che il nostro protagonista cambia la prospettiva sul mondo e inizia ad accettare suoni e rumori con un nuovo orecchio: “Tutti quei rumori formavano una piccola melodia, la piccola melodia della vita“:


Cito dal sito della casa editrice Camelozampa: “Un albo senza parole, o quasi: le uniche parole sono le onomatopee che raccontano tutti i rumori della ordinaria giornata di un bambino. Svegliarsi e prepararsi per uscire, andare a scuola, giocare, fare il riposino, e poi la piscina, il ritorno a casa, la sera in famiglia… Sembra che in tutta la giornata non ci sia mai un momento di vero silenzio! Eppure esiste un momento speciale in cui è possibile spegnere tutti i rumori. Quando arriva, si entra di colpo in un mondo del tutto diverso. Succede quando si apre un libro…”

Un albo davvero originale che si può raccontare con le parole, o con i versi della voce, ma anche semplicemente osservare in silenzio. Utile per raccontare storie inventate sulla base delle scene proposte, o anche per coinvolgere i bambini in un gioco nel quale li si invita ad ascoltare tutti i suoni e i rumori presenti nelle nostre giornate, molti dei quali passano inascoltati. Ottimo per allenare l’ascolto selettivo, la concentrazione e l’attenzione, o anche “solo” per inventare e giocare.

Ho scritto un articolo sui cinque sensi che può essere utile in questo contesto:


Il silenzio può avere molte forme, ad esempio può essere la rappresentazione comportamentale di un mondo interiore difficile da decifrare all’esterno.

Il protagonista di questa storia è un bambino che a casa parla, ma a scuola no. Come mai? Qualcuno dice che è molto timido, altri che ha qualche problema, qualcuno pensa persino che lui sia un fiore, o un sasso.

Ma una compagna di classe attenta e curiosa sa che lui non è nessuna di queste cose, è semplicemente un bambino. Lei ha talmente tanta voglia di capire il suo mondo silenzioso che prova a immaginarlo, anzi, prova a immedesimarsi (la vera empatia porta a questo!) e non dice niente per un po’.

“Il tempo scorre lento, lentissimo. Finisce che mi sento sola e allora le parole scoppiano tutte insieme. Chiamo la mia amica. Le parlo all’orecchio, racconto, cantiamo quella filastrocca che si recita battendo le mani, ridiamo. Che sollievo. Parlare è come respirare.”

Parlare è come respirare. Questo è un passaggio secondo me davvero importante, che richiama la vitalità della comunicazione, la qualità della vita di chi entra in relazione con gli altri attraverso il dialogo, la libertà di chi sa esprimere se stesso anche attraverso le parole.

La bambina è sensibile e capisce qualcosa che gli altri non hanno saputo cogliere: durante una gita al museo della scienza vede un’acquario con dentro la cornetta di un vecchio telefono, collegata a un’altra cornetta che la piccola porta all’orecchio.

“Suoni misteriosi, bellissimi e segreti venivano dal silenzio dell’acqua. Il cuore ha cominciato a battermi forte. Un cartello appeso al muro diceva che i pesci, che io ho sempre pensato muti, parlano. Si mandano messaggi, segnali di pericolo o d’amore. Ho lasciato subito la cornetta e sono andata a chiamarlo”.

Sicché la ragazzina capisce che il suo compagno di classe non è un fiore, nè un sasso, ma un pesce in un acquario: sembra silenzioso, ma forse si tratta solo di posare l’orecchio nel luogo giusto per saper ascoltare ciò che anche lui ha da dire.

Questa delicatissima storia parla di silenzio, timidezza, empatia, amicizia. O forse, racconta con semplicità quanto più bello sarebbe il mondo visto con molti occhi diversi, piuttosto che con un solo sguardo miope.


Devo dire che mi piace davvero la semplicità di questo libro, capace di tratteggiare con poche battute la ricchezza e il calore della relazione tra un bambino e la sua mamma.

Michele, alla fermata dell’autobus, si sta annoiando e la mamma, anziché sfoderare il cellulare per distrarlo come fanno gli altri genitori in scena, lo invita ad ascoltare i rumori d’intorno. “Voglio svelarti un segreto: se fai attenzione, durante la sera, quando c’è più calma, tutti i rumori diventano più nitidi e ti raccontano delle storie. Nessuno può sentirle se è distratto o occupato a fare altro, ma chi si affida al vento che passa leggero e porta le voci della città, potrà viaggiare con lui e conoscere i cuori della gente”.

Da quel momento Michele e la sua mamma giocano a investigare su ciò che riescono a sentire (“Ascolta il rumore delle ruote che passano: quella veloce ti racconta di un papà che torna dal lavoro e ha fretta di riabbracciare i suoi bimbi. E’ stato tutto il giorno lontano e sa che tra poco andranno a letto e vuole arrivare prima che si addormentino”). La mamma non si limita a porre l’attenzione sul suono, ma si inventa una storia plausibile per ogni situazione, invitando il bambino a mettersi nei panni di qualcun altro e giocando a tradurre le emozioni e le motivazioni di ciascuno: il signore che in auto sta ascoltando la sua canzone preferita è stanco dopo una giornata di lavoro e guida scalzo per godersi il rientro a casa in relax; la bimba che si esercita al pianoforte ha voglia di giocare ancora un po’ prima di addormentarsi, e confonde i suoi pensieri con le note della musica; il cane che abbaia sta scacciando qualcuno nascosto nei cespugli per proteggere la sua casa.

“Mamma, ora però non si sente più niente!”. La mamma si avvicina al piccolo e gli sussurra che quello è il suono più bello di tutti: il silenzio, che racconta sogni e pensieri (“Il silenzio è amico dei sogni, e i sogni sono amici della felicità”).

Bello! Bellissimo!

Nel salire sull’autobus Michele e la sua mamma salutano le persone che hanno “ascoltato” come se, entrando silenziosamente e rispettosamente nelle loro vite, avessero in qualche modo instaurato una relazione di amicizia con ciacuno di loro.


“Tutti gli animali hanno una voce con cui possono dimostrarsi affetto e dirsi cose carine. Il cane abbaia. I cuccioli rispondono. Il gatto miagola. I gattini… anche!”. L’autore nomina alcuni modi attraverso cui gli animali comunicano tra loro, e crea così un gioco a cui possono partecipare attivamente anche i piccoli lettori in ascolto.

“E la giraffa? La giraffa non ha voce. E la piccola giraffa, ancora meno! La giraffa, però, ha un collo molto, molto lungo… tanto lungo da poter accarezzare la sua giraffina”.

Alla giraffina le coccole della sua mamma piacciono così tanto che decide di insegnarle a un piccolo elefante. E lui fa altrettanto con la sua amica tigre, che le insegna al lupo, e il lupo al cavallo, in una catena silenziosa di gioiosi abbracci e delicata tenerezza.

Piano piano tutti imparano a dedicarsi un gesto di calore e affetto che non necessita di alcuna parola perché, come tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita, l’amore che tocca nel profondo è fatto di azioni, più che di parole.