10 libri fotografici per riconoscere e nominare il mondo
Red, Blue, Yellow Shoe
T. Hoban
«Il libro fotografico è uno specchio perfetto per i bambini dai 6 mesi in su. Lì dentro si trovano le immagini riconoscibilissime di bambini che fanno le cose di tutti i giorni, di oggetti familiari da indicare e nominare, di azioni rituali compiute da tipologie di animali o persone identificabili e immediate»¹.
Il bambino si rispecchia in altri bambini che esplorano come lui e che fanno le stesse cose che fa lui. Dovremmo quindi prediligere, sin da subito, titoli che ritraggano oggetti, animali e soprattutto bambini che svolgono azioni inserite nella routine della giornata perché «i neuroni specchio si attiveranno maggiormente se stimolati dal codice iconografico fotografico, che rende tutto più riconoscibile e reale»². La sua mente-spugna, la mente assorbente per usare l’espressione di Maria Montessori, infatti incamera più immagini possibili e tutti i modi, diversi e molteplici, di nominarle.
Ogni cosa che circonda il bambino piccolo risuona dentro di lui, suscita emozioni, gli parla, mentre esplora con i sensi che lo guidano e gli consentono di individuare le qualità delle cose. Proprio grazie alle percezioni, il bambino organizza la sua prima forma di conoscenza, tenta cioè di dare un senso al mondo.
The First Picture Book. Everyday Things for Babies
E. Steichen e M. Steichen Calderone
«Nel caso gli mettiate in mano un libro, aspettatevi che lo porti subito alla bocca. È il suo modo per esplorare gli oggetti e per apprenderne le qualità fisiche. […] Lasciatelo fare, è importante che prenda confidenza con i libri, che ne faccia esperienza come gli è congeniale in un’età in cui il tatto è altrettanto importante della vista per acquisire conoscenza delle cose»³.
Vi sarete infatti accorti che, da piccolissimo, il bambino i libri li guarda solo per un breve momento perché l’mpulso più forte è batterci sopra le mani, masticarli, succhiarli, strapazzarli.
10 libri fotografici per riconoscere e nominare il mondo
1. C. Carminati, M. Tappari, A fior di pelle, Lapis
Da leggere perché:
Il bambino ha bisogno di contatto fisico per sentirsi accolto, rassicurato, calmato. Leggere queste filastrocche, accompagnandole al tocco delle mani che si muovono e massaggiano le parti del corpo (sulle pagine e nella realtà), è stimolante sia per il neonato, sia per l’adulto. Sono finger rhyme, rime delle dita, che narrano, rilassano e coccolano, favorendo il contatto affettivo e la consapevolezza della propria corporeità. Foto in bianco e nero che ritraggono tutte le armoniose linee infantili, per un cartonato dagli angoli arrotondati da testare (e tastare) sin dalla nascita.
Premio Nati per Leggere, sezione Nascere con i libri (6-18 mesi), nel 2019.
2. C. Carminati, M. Tappari, Ninna No, Lapis
Da leggere perché:
Negli oggetti che ci circondano (una sveglia, un limone, un taschino, uno spremiagrumi, un sasso…) spesso si nascondono tante facce e ognuna può diventare un personaggio, con una storia da raccontare e un carattere da mostrare, se ci lasciamo contagiare dal senso di meraviglia che è proprio del bambino. Massimiliano Tappari, con le sue fotografie, omaggia Face di Francois e Jean Robert, libro del 2004, e sviluppa, con approccio ludico, la ricerca delle somiglianze tra le cose e il piacere e il divertimento che ne derivano attraverso il riconoscimento. Chiara Carminati, nei testi poetici e musicali (da provare a cantare, come una vera ninna nanna), rievoca tutti i gesti, i riti, le coccole, gli imprevisti che rendono magica l’ora di andare a dormire.
3. A. Damm, Cosa diventeremo?, Orecchio Acerbo
Da leggere perché:
Il bambino, quando sono in pieno funzionamento l’immaginazione, la creatività, l’indagine, chiede perché per cogliere relazioni e nessi, per capire, non solo per chiacchierare. Antje Damm ripropone qui l’idea coraggiosa del più datato e sempre suo Fammi una domanda, dedicandosi ora al multiforme e controverso rapporto tra uomo e natura: questioni esistenziali, filosofiche, scientifiche, ambientali, sociologiche, a cui è difficile ribattere, ma che rappresentano un’occasione preziosa anche per noi adulti (che forniamo le risposte, tante e mai definitive), di metterci in discussione, di ammettere di non sapere. Un libro stimolante che lascia a bocca aperta, e pure un po’ asciutta, per muoverci insieme, con andamento a metà tra l’indagine e la contemplazione, alla ricerca di cosa diventeremo.
Finalista al Deutscher Jugendliteraturpreis nel 2019.
4. E. Mazzoli, M. Balducci, Il viaggio di piedino, Bacchilega Junior
Da leggere perché:
È il viaggio che ogni bambino intraprende, non solo con il piedino, alla conquista dell’autonomia giorno dopo giorno, alla scoperta delle forme, delle consistenze, delle meraviglie, ma anche degli ostacoli e dei pericoli. La sfida avventurosa che è quella dei primi passi, quando il punto di vista si alza e gli orizzonti da raggiungere, ancora barcollante, si allontanano, ma resta la certezza che a sorreggerlo c’è il piedone di un genitore. È anche la prova riuscita di far convivere due linguaggi visivi differenti, la fotografia e l’illustrazione dal segno delicato, intelligente e moderno, e le parole in rima che mamma e papà si aspettano.
Premio Nati per Leggere, sezione Nascere con i libri (6-18 mesi), nel 2018.
5. E. Mazzoli, T. Gambetta, Piccino, Il leone verde Piccoli
Da leggere perché:
Le fotografie ritraggono i piccoli protagonisti intenti a gattonare, a ridere, pronti a esplorare il mondo toccando e tastando, cullati dalle braccia delle persone care. I brevi testi sono pensati per coinvolgere nell’ascolto, ricchi di onomatopee, suoni familiari e dolci, come lo gnam di un bimbo affamato o il tum tum di un cuore che batte.
6. B. Munari, Da lontano era un’isola, Corraini
Da leggere perché:
Conduce alla scoperta di un mondo nascosto tra le pieghe dei sassi che, improvvisamente, si popolano di personaggi disegnati seguendo le linee sulle superfici. I punti di vista allora si moltiplicano, le zone inesplorate si mostrano per creare narrazioni fantastiche, come guardando le nuvole. I bambini amano cercare sassi, nascosti nella sabbia, in mezzo a montagne di terra, vecchie mattonelle smussate, vetrini non affilati creduti gemme preziose, per poi conservarli, archiviarli in barattoli-musei, osservarli a occhio nudo o con lenti di ingrandimento perché ricordano un piccolo mondo con i continenti, le isole e i mari. «Ogni pietra è già un coagulo di storie rapprese nel tempo e ne reca traccia sulla superficie e all’interno; i bambini riconoscono alla vista e al tatto questo racconto in divenire»⁵. Un libro (del 1971) fondamentale per vedere un po’ meno e osservare di più.
7. B. Munari, E. Arnone, Ciccì Coccò, Corraini
Da leggere perché:
È uno dei primi libri per bambini in cui viene usata la fotografia e descrive l’infanzia senza filtri, smancerie e stereotipi. Immagini in bianco e nero, vivissime, immediate, che raccontano l’essenza giocosa della fanciulezza, ora attenta, ora sfacciata, ora ingenua, quell’età che avverte con più acutezza i suoni e i colori del mondo poiché «chi è piccolo è più vicino alle cose»⁶. I testi, brevi e in tre lingue (italiano, inglese e francese), parlano come i bambini: fanno la conta, fanno domande, imitano i rumori, dimenticano le lettere, formulano ipotesi; sono colmi, allo stesso modo di chi li pronuncia, di verità inaspettate e sorprendenti.
8. G. Quarenghi, G. Sagramola, Sonno gigante, sonno piccino, Topipittori
Da leggere perché:
Una galleria di immagini sognanti tra presente e passato, disegni a colori e fotografie in bianco e nero prese dall’album di famiglia dell’illustratrice, accompagna le rime di una ninna nanna bizzarra, in cui si guarda una camomilla e si beve qualcosa che brilla, si vola su un cammello e si galoppa su un uccello. Tutto è concesso prima di addormentarsi e anche dopo, nella penombra senza tempo che accoglie i sogni di ogni bambino.
9. A. Mozzillo, M. Balducci, Io sono foglia, Bacchilega Junior
Da leggere perché:
Il mondo naturale, in costante divenire, affascina il bambino, risponde al suo bisogno di movimento, alla sua vivace curiosità, all’attenzione per i dettagli minuziosi che una foglia può svelare. È un ambiente che cambia continuamente per effetto della luce, dei fenomeni atmosferici, del tempo che scorre, proprio come il bambino che costruisce la sua persona, la sua identità: «Un giorno sono vento / Un giorno sono spento […] Un giorno l’avventura! / Un giorno ho un po’ paura…». Diventare grande per il bambino è una battaglia, è un’impresa straordinaria su un veliero, è una corsa in groppa al destriero di un bandito, ma è importante che, ogni tanto, sia anche quiete quando gli permettiamo di essere foglia, aggrappato leggero e tenero al ramo di chi lo sostiene.
10. Facciamo le facce, Gribaudo
Da leggere perché:
I libri con le facce sono tra i primi da proporre al bambino perché si basano su un impulso naturale che spinge il neonato a imitare i gesti e le espressioni degli adulti fin dai primi giorni di vita: il volto umano infatti riveste un fascino enorme per lui, è il fulcro della sua attenzione; sa quindi decodificarne le espressioni e ogni minima variazione lo stimola a comunicare. Brevi rime inserite in balloon e tante facce (felici, impaurite, arrabbiate, meravigliate) da osservare e riprovare nella pagina finale che è uno specchio.
¹ E. Mazzoli, Fai un libro, fanne un altro, Torino, Il leone verde Edizioni, 2018, p. 40.
² Ibidem.
³ A. Dal Gobbo, Quando i grandi leggono ai bambini, Roma, Donzelli, 2019, p. 12.
⁴ E. Mazzoli, Mi fai una storia?, Torino, Il leone verde Edizioni, 2016, p. 27.
⁵ C. Bianchi, Narrare con i sassi.
⁶ G. Caramore, Come un bambino. Saggio sulla vita piccola, Brescia, Morcelliana, 2013, p. 62.