Da figlio unico, a fratellino o sorellina maggiori: alcuni libri per confrontarsi con i nostri figli.

Fratelli e sorelle.
Ma cosa ne sappiamo, noi genitori, delle loro dinamiche, le gelosie, le paure, le alleanze?
Mi ricorda il principio di indeterminazione di Heisenberg: noi li osserviamo contemporaneamente da fuori e da dentro, e se da un certo punto di vista possiamo “misurarli”, dall’altro qualcosa ci sfugge inevitabilmente.
Vogliamo essere equi e dar loro le stesse cose, ma forse la verità è che dovremmo essere capaci di amare in modo diverso figli diversi, calibrando noi stessi per sintonizzarci sulle rispettive frequenze di volta in volta.

«E’ più semplice trattare in famiglia tutti allo stesso modo. Mettendo a confronto i figli tra di loro e incoraggiandoli ad agire, pensare, sentire tutti alla stessa maniera, eviti i conflitti che nascono tra teste diverse. “Trattiamo tutti allo stesso modo” in realtà vuol dire: “Mi confronto con un solo temperamento, anche se in casa ci sono cinque teste»”. Wayne W. Dyer

Wayne W. Dyer, Cosa volete davvero per i vostri figli? Corbaccio


Qualsiasi sia l’età del primogenito, la notizia dell’arrivo di un altro elemento all’interno della famiglia è l’annuncio di un cambiamento sostanziale per l’intera famiglia. Ancora una volta i libri ci sono vicini per accompagnare i nostri piccoli nella gestione di nuove dinamiche familiari, e di un modo inedito di vivere la relazione esclusiva con la mamma e il papà.

E’ molto frequente che i libri su questo argomento propongano un approccio incentrato su sentimenti di gelosia, cosa senz’altro sensata, benché non sempre necessaria.

Se il bambino è molto piccolo, o particolarmente ben disposto, possono essere utili libri semplici, che illustrino le dinamiche della fratellanza in maniera lineare e didascalica:

Kathleen Amant, Anna e il suo fratellino, Clavis

Cosa mi piace: In questo libro Anna gioca con il suo fratellino Marco, ride con lui, se ne prende cura, in una relazione familiare piacevole e distesa. E’ un libro adatto ai più piccoli (sulla copertina  indicano dai 24 mesi, ma io l’ho usato anche prima, verso i 18 mesi), utile da proporre prima dell’arrivo effettivo del nascituro, per farsi un’idea di cosa significhi “giocare” al fratellino/sorellina maggiori.


Sempre nella stessa collana la casa editrice Clavis propone anche questo:

Liesbet Slegers E’ nato un fratellino! Clavis

Cosa mi piace:  in queste pagine si descrive in modo diretto e sincero la consapevolezza che “Luca ha bisogno di tante cure e continue attenzioni”, e che “Mamma non ha tempo. Papà non ha tempo. Io mi sento così sola…”. Ma la mamma e il papà sono capaci di coinvolgere e responsabilizzare la sorella maggiore perché “Luca ha bisogno anche di te”, e anche di trovare ancora un tempo esclusivo con lei, nonostante tutto.


Un altro libro che introduce in maniera discorsiva e didascalica il sentire ambivalente tra fratelli è questo:

ASTRID DESBORDES, PAULINE MARTIN, Avrò presto una sorellina, La Margherita Edizioni

Cosa mi piace: come in tutti i libri di questi due autori, anche qui le scene rappresentate sono un ottimo spunto per un confronto di idee ed emozioni tra genitori e figli. “La mia sorellina, all’inizio, era minuscola. Ma, a volte, occupava veramente tanto spazio. Anche il mio”. La mamma e il papà rassicurano che nel loro cuore, grande come il cielo, c’è spazio a sufficienza per tutti e due. La sorellina cresce e diventa un’insostituibile alleata per i giochi, la compagnia e la rassicurazione. “Ma, quando non c’è, va bene lo stesso”.


Un altro libro delicato sul senso di possesso e rivalità tra il primogenito e il fratellino è questo:

Emile Jadoul, Fra le mie braccia, Babalibri

Cosa mi piace: anche in questo caso l’autore è una garanzia. Leone, il pinguino protagonista, è preoccupato di non riuscire a trovare lo spazio adeguato per il fratellino, inteso come un territorio in cui lui non si senta minacciato dall’idea di perdere la sua precedenza verso i genitori: “Non sulle tue ginocchia. Quando mi leggi una storia c’è spazio solo per me”. Fortunatamente, nel finale Leone trova il luogo ideale per il piccolo Mattia: “Fra le mie braccia… sono perfette per un piccolo pinguino!”


Con ogni probabilità il mio libro preferito sull’argomento è questo:

Stephanie Blake, Pappamolla, Babalibri

Cosa mi piace: tutto. Simone, il famoso coniglietto di Stephanie Blake, è alle prese con il suo fratellino nuovo di zecca, che lui battezza immediatamente “Pappamolla”. Simone è preoccupato che il fratellino resti con loro per sempre, turbamento che lo segue anche nel letto, dove sostituisce i suoi timori inconsci con la certezza che in corridoio ci siano “mille milioni di grandi lupi cattivi che mangeranno Simone”. I genitori gli negano ospitalità nel lettone, e a questo punto chi può essere il solo e l’unico rimasto a dare compagnia e conforto al nostro piccolo protagonista? Proprio lui, Pappamolla!  Un libro pieno di tenerezza, nel quale gelosie e timori plausibili si mescolano perfettamente con una sana, benefica ironia.


Un altro libro, questa volta cartonato, utile per l’argomento è questo:

Anita Jeram, Sam McBratney, Siete tutti i miei preferiti, Fabbri

Cosa mi piace: uno dei bisogni fondamentali di ogni figlio è essere riconosciuto come unico, insostituibile agli occhi di mamma e papà. Questo passa per la capacità dei genitori di cogliere le differenze, e sapersi calibrare sulle rispettive necessità. In questo libro ciascuno dei i tre orsacchiotti protagonisti si interroga sulla possibilità di valere qualcosa in meno rispetto agli altri due. Mamma e papà orso riescono a portare una risposta davvero rassicurante: “Piccoli o grandi, vi amiamo tutti. Ecco, allora, tre preferiti. Sì, siete tutti i miei preferiti!”.


Il libro perfetto resta sempre e comunque questo:

Nadine Brun-Cosme, Olivier Tallec, Lupo & Lupetto, Clichy

Cosa mi piace: è un racconto metaforico sull’accettazione di qualcuno nella propria vita, indipendentemente che si tratti di un fratellino, un amico, un nuovo figlio per la mamma, o qualsiasi essere umano che faccia ingresso nel proprio spazio vitale. Spesso ci poniamo in un’indisposizione dell’animo verso l’altro, il quale potrebbe potenzialmente portarci via qualcosa, sia di tangibile, che di immateriale, e lo temiamo. Eppure, come spesso accade, quando lasciamo andare le paure riconosciamo che esiste qualcosa di immenso e imperituro che anziché esaurire risorse, le alimenta: l’amore.


Un altro modo altrettanto efficace di permettere ai bambini di specchiarsi nei loro sentimenti è sicuramente la poesia. Leggete, ad esempio, queste spettacolari opere:

RIMA DEL DANNATO INTRUSO

Si forma come un verme nel formaggio 
Che in pancia della mamma mangia e dorme 
Poi viene fuori e diventa scarafaggio 
Con un brutto colore e strane forme 
Poi si trasforma in una rana scivolosa 
Con grande bocca che sbava su ogni cosa 
Poi cresce ancora e diventa un maialetto 
Che mangia e rutta e fa pipì e cacca nel letto 
E insomma passano giorni e settimane 
E cresce, ma sempre bestia un po’ rimane 
Finché un bel giorno, chissà perché, mi vede 
Mi acchiappa un dito con la sua manina 
E come un sole che sorge mi sorride 
E in quel momento diventa sorellina

Bruno Tognolini, Rime di Rabbia, Salani

ACCIDENTI CHE CI SEI!

Accidenti che ci sei,
marmocchio caccoloso!
Accidenti che ci sei,
ma quanto sei lagnoso!
Che sei venuto a fare
dentro lo spazio mio?
Qui fino all’altro ieri
ci stavo solo io!
E tutti quanti intorno
ti dicono “che bello”
e a me niente di niente
che sono tuo fratello!
Ma visto che ci sei,
bel muso di rospetto,
ti dico solamente:
tu cresci e io ti aspetto.
Avremo ricordi
che sono solo nostri
e armati con le scope
si andrà a caccia di mostri.
Però facciamo un patto,
la mano sopra il cuore:
succeda quel che vuoi…
…ma io resto il maggiore!

Janna Carioli, I sentimenti dei bambini, Mondadori