Raccontare la meraviglia di nascere, vivere, esistere.

 

E’ impossibile spiegare cosa significhi mettere al mondo una vita. Semplicemente, da un giorno all’altro, un nuovo essere umano c’è. Esiste. E prima?

Mio figlio dice che tutti noi prima di nascere eravamo “nella poesia”. Non so cosa significhi per lui, ma mi sembra che questa intuizione sia perfetta. Ognuno di noi, prima di diventare tangibile, era forse in un luogo fatto di silenzio che poi prende forma, diventa qualcosa di concreto, incredibile, meraviglioso.

“La poesia è scultura del silenzio”, diceva Eugène Guillevic: così come siamo noi, così come sono le storie. Ed eccone proprio alcune adatte a raccontare la straordinarietà della vita. Sono testi perfetti da regalare ai genitori in dolce attesa, al posto o al fianco del solito manuale dei nove mesi minuto per minuto. Sono testi perfetti da regalare ai genitori in generale, perché leggano assieme ai loro figli cosa sono la vita e l’amore.

Sono libri perfetti, punto.


Oliver Jeffers, Noi siamo qui, Zoolibri

Se potessi regalare un libro a ogni nuovo nato, sceglierei questo. Oliver Jeffers dà il benvenuto a un bambino (nello specifico al suo), approdato sul pianeta Terra.

Beh, ciao. Benvenuto su questo pianeta. Noi lo chiamiamo Terra“.

Da qui il bambino, pagina dopo pagina, viene a conoscere dapprima la nostra galassia (a questo proposito non potete vivere senza aver visto questa immagine qui), poi il pianeta Terra (la sua conformazione, l’alternarsi del giorno e della notte, lo scorrere del tempo) fino ad arrivare alla straordinaria varietà delle creature esistenti. Appare subito chiaro come ogni cosa esista in funzione del resto, come ogni vivente (dalla formica, al capodoglio, all’umano) sia un essere speciale in mezzo ad altri esseri altrettanto speciali. Oliver Jeffers fa venire un brivido quando invita il lettore a lasciare una traccia del proprio passaggio per chi verrà dopo (è la storia dell’evoluzione, intesa come trasmissione di saperi, di creatività, di amore per l’umanità).

“Sembra grande, la Terra. Ma siamo tantissimi qui sopra (7.327.450.667 e continua) quindi sii gentile. C’è spazio per tutti“.


Beatrice Alemagna, Che cos’è un bambino? Topipittori

Un bambino è una persona piccola. E’ piccolo solo per un po’, poi diventa grande. Cresce senza neanche farci caso“.

In effetti mi sono sempre chiesta qual è il giorno in cui ciascuno di noi decide che basta, è ora di diventare adulti, rinunciando al contempo a mantenere viva una parte che potrebbe durare in eterno: parlo della meraviglia, della voglia di imparare sempre e ancora mantenendo aperti tutti i sensi, tutti i canali, tutte le porte.

Per fortuna esistono gli albi illustrati, e per fortuna esiste Beatrice Alemagna, che con i suoi libri riesce sempre a portarci un po’ più vicino a dove ci eravamo persi.


Mirjana Farkas, Eccoti qua!, Orecchio Acerbo

Se potessimo avere una bacchetta magica per assicurare ad ogni nuovo nato una vita strepitosa, quali doni sceglieremmo? L’autrice, nei panni di una mamma, voce narrante, sceglie per il suo piccolo l’energia, l’equilibrio, l’immaginazione, il gioco, le parole, la risata esplosiva, il conforto, la curiosità, la musica, la golosità, il disegno.

Purtroppo, conclude, “non sono una fata e non ho la bacchetta magica ma… sei tu che hai tutti questi poteri!». Questa consapevolezza è quanto di più vero si possa dire di un bambino, il quale nasce custodendo in sè già tutte le risorse per vivere in modo straordinario. Ciò di cui ha più bisogno è semplicemente di qualcuno che lo guidi mantenendo salda questa irriducibile fiducia nei suoi “normali” superpoteri.


Vincent Couvellier, Charles Dutertre, La prima volta che sono nata, Sinnos

Mamme, leggete questo libriccino e state pronte a piangere non una, ma mille volte. Quando un figlio viene al mondo una parte di noi se ne va e ne nasce una nuova, quella che custodisce in sè una forza, una dedizione e un amore che non sospettavamo nemmeno di avere. Come raccontarlo ai nostri bambini?

Questo libro è un inno alle prime volte (che, a ben guardare, accadono ogni giorno), raccontate con ironia, intensità e candore, creando quell’effetto per il quale ci ritroviamo una lacrimuccia commossa che scende a carezzarci il sorriso. Come quando piove con il  sole, e ci sembra una rarità di una bellezza che non sappiamo ben spiegare.


Bruno Tognolini, Pia Valentinis, Mammalingua, Castoro

Ventuno filastrocche per neonati e per la voce delle mamme. Ogni filastrocca fa suonare la voce come uno strumento, per arrivare alle orecchie del piccolo ascoltatore trasformata in melodia. Per i bambini appena nati la voce della madre è il filo conduttore che li accompagna dal “prima” al “dopo”, li culla e li rassicura: quale magia quando quella stessa voce incontra la poesia diventando così ritmo, e forse musica? Provare per credere.

F di Figlio

Oggi nasce da ieri

Non lo so come fa

Fino a ieri non c’eri

Mentre oggi sei qua

Pesce è figlio di pesce

Anno nasce da anno

Foglia su foglia cresce

Non lo so come fanno

Così mi meraviglio

Poi non ci penso più

Non lo so cose’è un figlio

Però so che sei tu.


Isol, Nino, Logos

Quando un figlio viene al mondo non ci danno nemmeno un libretto d’istruzioni, poveri noi. Per fortuna ci ha pensato Isol, che con questo esilarante albo ci spiega per filo e per segno come arriva un nuovo nato sul pianeta Terra, cosa fa, come e perché. Insomma, un manualetto preciso ed esilarante per genitori in erba, ma anche per gli esperti che hanno bisogno di un ripasso, e soprattutto per i bambini che, rivedendosi tra le pagine, riconoscono di essere essi stessi, senza ombra di dubbio, un Nino.


Isabel Minhós Martins e Madalena Matoso, Quando sono nato, Topipittori

Quando sono nato, non avevo ancora visto niente. Solo il buio. Un grande buio nella pancia della mamma“.

E poi? Dal primo istante in cui un bambino viene al mondo è sollecitato da un’infinità di prime volte: la prima luce, i primi suoni, i primi profumi, i primi passi. La curiosità è incontenibile, e tutto è sorprendente. Questo splendido albo illustrato porta il lettore di qualunque età a rendersi conto di questo processo che a volte rischia di assopirsi un po’, e ripristina la capacità di dire “WOW” davanti a tutto quello che riesce a raggiungere i nostri sensi: a volerla riconoscere la meraviglia è sempre ovunque.