10 titoli tra poesie, filastrocche e ballate da leggere, giocare e mangiare
«Oggi davvero il cibo può troneggiare come divertente motivo […], oggi solo, e solo per i nostri sazi bambini, il cibo viene restituito all’infanzia come territorio interamente ludico»¹.
Non piangere, cipolla
R. Piumini e G. Stella
Nella letteratura per l’infanzia l’idea di cibo, prima di approdare a succulente colazioni e a dolcissime merende, passa attraverso le intricatissime selve del digiuno, della cultura popolare, del sogno del Paese di Cuccagna. Solo quando alla fame, che ancora in un tempo non molto lontano costituiva per larga parte della popolazione il connotato essenziale nel quotidiano rapporto con il nutrirsi, si sostituisce il superamento completo di ogni bisogno (e in pratica la capacità di acquistare qualsiasi genere alimentare desiderato), si ampliano anche i riferimenti agli alimenti e alle bevande che diventano nei libri rivolti ai più piccoli, di volta in volta, un vezzo letterario oppure un giocondo ammiccamento o un omaggio al senso del magico.
Cibo evocato, cibo lungamente desiderato, cibo inatteso che d’improvviso si trova a portata di mano, non fa differenza, perché i personaggi non restano a bocca asciutta: «mai, infatti, emergono le disperazioni dei terribili delitti che, a causa della fame, non di rado si consumano nelle fiabe popolari»².
Oggi leggiamo filastrocche leggere e poesie in rima che spesso nascono dall’incontro di autori e bambini, che raccontano di pane e vino, di tazze di latte e omini di biscotto, di polente, di maccheroni, di ciambelle e di rotelle di liquirizia.
Filastrocche e rime che sono sì pretesti per giocare (con vocali troncate o consonanti raddoppiate, triplicate), ma che ci offrono anche e sempre interessanti spunti situazionali relativi a usi, consumi e problematiche afferenti al tema dell’alimentazione.
Non piangere, cipolla
R. Piumini e G. Stella
Se «per i bambini che vivono nella società dell’abbondanza il cibo non è più un problema e nemmeno più una festa»³, diventa necessario fornire loro strumenti alternativi per avvicinarli e renderli partecipi, non solo al pasto, ma a tutto ciò che, più o meno tacitamente, ruota attorno.
Immemori della fame o inappetenti per sazietà, «come si può sognare di mettere le dita nella marmellata se il vasetto non è più irraggiungibile o sotto chiave?»⁴. Divertirsi, inventare, fantasticare, proprio come fanno i poeti e i rimatori, potrebbero essere proposte allettanti per rispondere. Perché giocare, anche con il cibo, non è mai uno spreco: è l’attività principale dei bambini, il loro modo di essere, di conoscere e via via di comprendere meglio la realtà che li circonda⁵.
10 titoli tra poesie, filastrocche e ballate da leggere, giocare e mangiare
1. M. Argilli, Menù di cento storie, Editori Riuniti
Da leggere perché:
L’autore da un lato non rinuncia all’ottica critica che dirige tutta la sua opera per ragazzi (dedicata alle contraddizioni di una società assillata dall’eccesso di calorie è proprio la sezione Menù in cui, dopo aver passato in rassegna tutti i ristoranti possibili – del Pescatore, del Cacciatore, il Vegetariano, l’Economico a prezzo fisso, quello della Follia e la Mensa scolastica – riflette sul Digiuno e conclude «Davvero strano / è il genere umano / chi al digiuno è obbligato / non si considera fortunato»), dall’altro è sempre ben disposto a farsi complice del lettore e a riservargli scorpacciate abbondanti senza rammarico né sensi di colpa.
2. e 3. O. Cauzzo, P. Pappacena, Filastrocche da assaggiare e Filastrocche da bere, Gribaudo
Da leggere perché:
Per esplorare, sin da piccolissimi, le sensazioni e le conseguenze del “mettere in bocca”: il brodo scalda il pancino, l’aranciata scoppietta sulla lingua, la cioccolata è buona calda, ma l’acqua di mare… indovinate un po’. Illustrazioni chiare e graziose, pagine sottili, da maneggiare con cura.
4. P. Formentini, C. Carrer, Polpettine di parole, Nord-Sud
Da leggere perché:
Mangiare poesia non fa mai venire il mal di pancia! In questo piccolo libretto le allitterazioni suonano come strumenti musicali, quelli che l’autore usava quando costruiva i suoi componimenti insieme ai bambini nelle scuole, nei teatri, nelle biblioteche, e invitano a lasciarsi andare come in una danza che non ha regole, quella della creazione fantastica.
5. F. Lazzarato, N. Costa, Un boccone a me, un boccone a te, Mondadori
Da leggere perché:
Filastrocche e fiabe brevi, scritte per chi mangia la minestra solo con l’accompagnamento di una storia, farcite con le illustrazioni rassicuranti e indimenticabili, dal tratto fluido e ironico, di Nicoletta Costa.
6. R. Piumini, S. Cordero, C’era un bambino profumato di latte, Mondadori
Da leggere perché:
Qui, come altrove, «partendo dalla ricercata sensualità della scrittura in versi, l’autore elabora un processo di progressiva astrazione che si mostra perfettamente quando celebra le forme, i colori, le consistenze, i gusti che, sempre più impalpabili, diventano pura memoria»⁶; e riesce, nel contempo, a costruire, con la forza della lucida e serena rievocazione, un universo emotivo nel quale bambino e adulto riconoscono, insieme e diversi, i sapori dell’infanzia.
7. R. Piumini, E. Bussolati, Fiabe per occhi e bocca, Einaudi
Da leggere perché:
Con la riscrittura in forma di ballata, oltre a modificare l’impatto visivo delle storie originali, pur conservandosi fedeli nel tracciato, lo scrittore recupera «una gioconda amenità, grazie all’amichevolezza della rima baciata e alla dilatazione dei riferimenti alimentari, opportunamente adattati ai gusti di un lettore che certo nulla sa del panpepato, e che, con buone probabilità, lo scoprirebbe persino immangiabile»⁷ .
Così Cappuccetto Rosso che nel bosco fa scorpacciata di fragole e lamponi, le sorellastre di Cenerentola che, mentre lei sgobba tutto il giorno, mangiano ciliegie, biscottini e zuccherini, e la casina della strega che cattura Hänsel e Gretel, che cuoce pane e focaccia in attesa dell’arrosto di bambino, è tutta di torta e crostata, sono rivisitazioni pensate per un lettore partecipe e divertito che riconosce quei sapori a lui contemporanei.
8. R. Piumini R., G. Stella, Non piangere, cipolla, Mondadori
Da leggere perché:
Per imparare a trasformare una semplice cipolla in una filastrocca saporita. Bel formato e illustrazioni di Gaia Stella de-li-zio-se.
9. G. Rodari, B. Munari, Favole al telefono, Einaudi
Da leggere perché:
Mettono in movimento gli oggetti quotidiani, le consuetudini sociali, i modelli di comportamento, i modi di dire per dimostrarne le innumerevoli possibilità fantastiche. Rimandano ai Paesi di Cuccagna, opportunamente aggiornati per un immaginario infantile non afflitto da endemica carenza di cibo, ma sempre ben disponibile alle abbuffate e agli eccessi della gola. L’autore «non rinuncia a un’ironia che sembra colpire più la golosità degli adulti che quella dei bambini»⁸, ma non risulta mai estraneo a una preoccupazione pedagogica e politica di fondo che (anche in tempi come questi) vale la pena leggere con attenzione.
10. S. Roncaglia, C. Cerretti, Parole di latte, Lapis
Da leggere perché:
L’autrice evoca in poesia tutto l’immaginario legato al latte, elemento e nutrimento che ci accompagna nei primi anni di vita. Sono ricordi di calore di un seno che allatta, di panna, di miele, di cioccolata e di biscotti. Adatto anche (e soprattutto) ai piccolissimi.
¹ C.I. Salviati, Percorso tra cibi e leccornie nella letteratura giovanile contemporanea. Bistecche ai ferri, “tristecche” alla griglia: una fame da leggere, in «Scuolaviva», n. 9, ottobre 1991, p. 34.
² C. Poesio, L’irresistibile leggerezza dell’abbuffata. Il cibo nei libri di Pinin Carpi e Susanna Tamaro, in V. Ongini (a cura di), Una fame da leggere. Il cibo nella letteratura per l’infanzia, Firenze, Unicoop, 1994, p. 32.
³ G. Triani, Hamburger & chips. La pedagogia del fast food, in V. Ongini (a cura di), Una fame da leggere, op. cit., p. 91.
⁴ Ivi, p. 93.
⁵ G. Honegger Fresco, I no ragionevoli sono salutari, in F. De Luca (a cura di), Aiutami a mangiare da solo!, Torino, Il leone verde Edizioni, 2019, p. 22.
⁶ C.I. Salviati, Percorso tra cibi e leccornie nella letteratura giovanile contemporanea, op. cit., p. 35.
⁷ C.I. Salviati, La cuccagna al fast food, in Ead., Raccontare destini. La fiaba come materia prima dell’immaginario di ieri e di oggi, S. Dorligo della Valle, EL, 2002, p. 59.
⁸ P. Boero, Nel regno di Mangionia. Alimentazione e letteratura per l’infanzia, in AA.VV., Il cibo raccontato. Nel mondo dell’alimentazione tra fantasia e realtà, s.l., Coop Liguria, 1993, p. 24.