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Già molto è stato scritto intorno all’importanza e alle funzioni del gioco durante l’infanzia, pertanto non ne parleremo in questo contesto. Ciò su cui qui desidero soffermarmi, invece, è la relazione che intercorre tra il “giocare” e “l’essere adulti”: è curioso osservare come gli adulti, non solo a un certo punto della loro vita smettano drasticamente di giocare, ma persino limitino o impediscano ai bambini con cui hanno a che fare di vivere pienamente e liberamente questo fondamentale diritto.

Che ne è del gioco in età adulta? La maggior parte di noi ritiene che la vita debba essere fatta di sole cose “serie”, strettamente correlate agli impegni, ai doveri, alle responsabilità, alla produttività. Tutte faccende che, a loro volta, devono essere assolte “con serietà”, ovvero senza traccia di qualsivoglia piacevolezza, leggerezza, divertimento. Niente di più distante dal gioco, insomma. Ma vivere la vita con seriosità, a conti fatti, non si rivela una scelta né saggia, né sana.
Lungi dall’eludere il proprio impegno nelle attività della vita e dal non dare il giusto peso alle cose, ciò significa piuttosto introdurre alcuni elementi di gioco negli sforzi più pratici del mondo reale, per assolvere ancora meglio agli obblighi cui siamo tenuti. Compresi quelli educativi nei confronti di bambini e ragazzi: nella relazione con loro gioco e giocosità non sono un optional. Sono una necessità.
C’è da chiedersi quindi quanto una visione “alternativa” della vita, che sia fondata seriamente sul valore del gioco e della giocosità, potrebbe migliorare la nostra vita in quanto adulti, contribuendo di conseguenza a instaurare relazioni migliori proprio con quei bambini e ragazzi ai quali, almeno a parole, auguriamo di vivere una vita piacevole, allegra e felice.

Ne parleremo durante l’incontro online del 20 febbraio 2025 dalle 17:00 alle 19:00

E’ prevista la bibliografia dei libri e degli albi illustrati citati. L’incontro sarà anche registrato e visionabile in differita.